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AMARCORD SAMAÈVAR (par e fròunt)

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LA LIBERAZIÒUN  ‘D SAMAÈVAR

LA LIBERAZIONE DI SAN MAURO PASCOLI

Eccoci adesso a raccontare un drammatico evento, forse il più tragico, che proprio in quei giorni colpiva in maniera devastante la famiglia DOMENICONI.

Di questo tragedia ne parlano nei loro libri sia Amedeo Montemaggi sia Susanna Calandrini.

Noi abbiamo incontrato il Sammaurese EGISTO DOMENICONI -GENGA- prezioso testimone oculare.
In quei giorni EGISTO era un ragazzo e da una finestra della cantina della sua casa, dove si era rifugiato, ha assistito ai tragici eventi che ci ha raccontato con dovizia di particolari.

Il 25 settembre e nella mattina del 26 nella zona della Torre era operativo un carro armato Tedesco che sparava colpi di cannone in direzione dell'Uso, la “Linea Brunhild”.

Per far credere agli Alleati che fossero operativi più mezzi, molto furbescamente il carro armato tedesco eseguiva un “carosello", e dopo aver sparato un colpo si spostava e faceva partire altri colpi, questo dal cancello di ingresso della Torre fino alla Via Viona.

Verso mezzogiorno il carro armato smette di sparare e trova riparo nei pressi del porticato della casa colonica del mezzadro DOMENICONI nel podere FABBRONA (la casa colonica dietro il distributore “Cep” alla Torre).

Un aereo alleato da ricognizione “Auster” chiamato “Checca" lo individua, e dopo aver comunicato per radio la posizione, interviene un cacciabombardiere che sgancia due bombe, che provocano la morte di 23 persone.

Due famiglie Sammauresi, la famiglia DONENICONI e la famiglia BERTOZZI, sono quelle più colpite.
La famiglia patriarcale DOMENICONI viene distrutta.

Questo purtroppo il tragico resoconto delle vittime. Ci piange il cuore riferire questi dati ma noi tutti non dobbiamo dimenticare quale grande e immane tragedia è stata la guerra:

-Famiglia DOMENICONI 13 morti (9 bimbi -4 maschi, 5 femmine-, e 4 adulti)
-Famiglia BERTOZZI 3 morti (2 bimbi gemelli un maschio e una femmina, e 1 adulto)
-Famiglia MAIOLI di Rimini, sfollata alla Torre, non sappiamo il numero dei morti
-Il figlio di 20 anni di PIETRO MANUZZI fattore della Torre
-Due soldati Tedeschi morti.

Dobbiamo fare una precisazione, nei testi si fa riferimento ad una batteria Tedesca, nel racconto orale il testimone oculare Egisto (racconto che noi riteniamo autentico e vero) ci riferisce di un carro armato, che non viene danneggiato dalle bombe e ripartirà per raggiungere il Rubicone.

TUTTO QUESTO IL GIORNO PRECEDENTE LA LIBERAZIONE DI SAN MAURO……….SENZA PAROLE.

Tanti sono i dolorosi episodi che hanno visto coinvolti i Sammauresi, impossibile ricordarli e raccontarli tutti.
Un ringraziamento all'Amministrazione Comunale di San Mauro Pascoli e alla Dott.ssa GIOVANNA SEVERI responsabile dell’Ufficio Anagrafe, per averci consegnato un elenco dei caduti militari, civili e dispersi Sammauresi di tutte le guerre.

Ecco alcuni tragici accadimenti che vogliamo ricordare:

-i Sammauresi CESARE CESARINI –E BOCIA- e ARMANDO NINI -MEGA- abitavano all’ALBERAZZO e ricordano un episodio accaduto in quel piccolo gruppo di case.
Nei bombardamenti del settembre ’44 una granata colpisce la casa della famiglia di AGOSTINO BELLAVISTA -CIRIBÈK-, danneggiando anche la casa di Mega.

Purtroppo il bimbo di 7 anni BELLAVISTA MARINO (coetaneo di Mega) viene mortalmente ferito. Anche il babbo AGOSTINO, la mamma NERI ANNUNZIATA, e la sorella MARIA sono feriti ma in modo lieve. Bellavista Marino era il fratello di DON BRUNO BELLAVISTA molto conosciuto nel nostro territorio in quanto per molti anni ha svolto il suo servizio sacerdotale presso l'Istituto Don Guanella di Gatteo.

-la Sig.ra MARIA ROSATI (ha gestito con il marito MARIO BIANCHI per molti anni il negozio di generi alimentari in Via G. Pascoli, oggi Vintage Cafè) ci racconta un tragico episodio che ha coinvolto la sua famiglia.

Il 26 settembre un carro armato ha sparato diversi colpi contro la casa colonica di ARCANGELO ROSATI, la casa della sua famiglia, nel podere CASANOVA in Via Bellaria.

I colpi hanno ha portato distruzione e morte.

Nello scoppio sono morte COLOMBA PAGLIARANI moglie di Arcangelo Rosati di anni 48, dopo tre giorni di agonia, tra sofferenze terribili per le bruciature e le ferite riportate.Episodio al quale hanno assistito impotenti tutti i famigliari, bambini compresi!!!!!

Perdono la vita le due figlie, ALMA -chiamata ANNA- di anni 10 e IDA di anni 21.
Anche le altre due figlie MARIA di anni 14 e EMMA di anni 17 restano ferire.
In particolare Maria ha perso la vista dall'occhio sinistro.

Maria ricorda diversi episodi, ne raccontiamo due che ci hanno colpito:
-la famiglia aveva tra gli animali una bella “Mungaena” chiamata “Manzòina" che impaurita per gli scoppi è scappata, come altri animali, e purtroppo è saltata su una mina.
-di feroce non c’era solo la guerra ma anche la fame. Maria aveva nascosto due mele cotogne sotto terra, e dopo diverso tempo le ritrovò. Un piccolo prezioso tesoro con il quale poter calmare la fame.

Anche MARIO BIANCHI futuro marito di Maria Rosati ha portato per tutta la sua vita un pesante segno della guerra.
Nel settembre ’44 nel tentativo di salvare e nascondere un maialino, (bene prezioso e riserva di cibo) nel fienile, è stato colpito da una scheggia alla gamba sinistra che gli ha lesionato il tendine.
È stato “ricucito" alla buona ma ha perso la funzionalità della gamba.
Purtroppo questa menomazione non gli permetteva di svolgere il pesante lavoro nei campi, e si diede da fare per aprire un negozio di generi alimentari a San Mauro Pascoli.

-il 19 dicembre 1944 il bimbo di 7 anni MARIO MAIOLI (figlio de Şinoin gestore del negozio di generi alimentari) è stato tragicamente travolto e ucciso dal crollo delle macerie della Chiesa danneggiata dai bombardamenti.

-il 30 settembre 1945 il ventenne CANZIO POLLARINI, fratello di SECONDO POLLARINI -PASSERI- e di TONINO POLLARINI -MUCCA- rimaneva ucciso in campagna dallo scoppio di un ordigno in Via Bruciaticcio. Il suo corpo orrendamente ridotto in brandelli fu recuperato con grande strazio dai familiari in particolare dalla mamma.

Gli amici di SAN MAURO MARE, ERMES DELVECCHIO e DEVIS VITTORI, ci hanno raccontato un episodio accaduto 16 dicembre 1945 su una collinetta di sabbia nei pressi di dove oggi si trova il Ristorante Luna Rossa .

I bambini GIANFRANCO MANZELLI, ALVARO VITTORI, CARLA VITTORI E ALESSANDRA DELVECCHIO giocavano con un elmetto tedesco e uno strano oggetto. L'oggetto altro non era che una bomba inesplosa che è scoppiata con un tragico bilancio.

Nello scoppio Alvaro è stato leggermente ferito a una gamba, Gianfranco ha perso entrambe le gambe, purtroppo i bimbi Carla e Alessandra hanno perso la vita.

Ermes ci racconta un episodio del quale è stato inconsapevole protagonista da bambino; non rendendosi conto del grande pericolo corso ha “ruzzolato” per diverse centinaia di metri una bomba, con il pericolo che scoppiasse. Arrivato davanti alla scuola ci ha pensato la maestra a “sgridare” Ermes.

Ricordiamo a tutti i manifesti che erano affissi nella scuola elementare che ritraevano un bambino e una “stesa” di bombe e di ordigni di ogni tipo, e la scritta “Se trovi uno di questi oggetti non toccarlo chiama i Carabinieri”.

Manifesti che a noi bambini incutevano una gran paura, ciononostante tutti andavamo dopo l'aratura in campagna a cercare schegge da vendere agli stracciai “de Bosch”.

Un amico ci ha consegnato un libretto, poco più di dieci pagine, che il Sammaurese RICCI ALDO “E GIOST" ha scritto nel mese di maggio 1945 per ricordare e raccontare alle sorelle ARGENTINA, ELLENA e MARIA la tragica morte della sorella FRANCESCA RICCI e della mamma ERNESTA RICCI “LUCIDA".

Un racconto vero e toccante di una famiglia Sammaurese che voleva restare unita ma che gli eventi del passaggio del fronte dividono, che si ritroverà, ma purtroppo la guerra si è portata via una parte importante della famiglia.

Questi alcuni passi del libretto:
Nei giorni 21 e 22 settembre iniziarono a cadere su San Mauro le prime granate e la famiglia RICCI decise a malincuore di dividersi.
Il 22 settembre, in bicicletta, ALDO con la moglie ANNA e il figlio CESARE di pochi mesi decisero di andare verso Sant'Angelo, con l'intento di raggiungere la sorella ARGENTINA -Tina- a Milano.

La permanenza a Sant'Angelo fu molto pericolosa, e grazie alla famiglia BERNARDINI di Savignano e al figlio Geom. ERBERT che si salvarono.

ERBERT li convinse a prendere ricovero presso di loro in un vecchio mulino di proprietà dell'avvocato ANTONELLI di Gatteo. Nel mulino erano “ospitate” circa 40 persone, e nonostante il mulino avesse spessi muri in mattone e sopra uno spessore di terra di oltre 150 cm., le piogge persistenti, le granate e la continua presenza di soldati tedeschi rendevano sempre più precaria la loro condizione.

Giorni e giorni indimenticabili e interminabili durante i quali il figlio CESARE di nove mesi si ammala, con febbre oltre i trentotto senza medici e medicine.

Questa terribile esperienza si concluse diciamo “felicemente” con il rientro il 14 ottobre in una San Mauro distrutta.
Ma al loro rientro li aspettava una tragedia.

Facciamo un passo indietro, “E GIOST" racconta la storia dei suoi familiari.
Il 25 settembre, con un furgone a pedali, la mamma ERNESTA -invalida-, con i figli FRANCESCA e VENDEMINI e i bimbi LIDO e ZENO, figli di VENDEMINI, decidono di andare verso San Mauro Mare con l'intento di arrivare a Igea Marina, portandosi dietro ben poche cose.

Un fagotto di panni, pochi viveri, una pentola e una prolifica gallina la più bella del pollaio.

Lungo il tragitto in via Cagnona arrivano da “MURET" ma la casa era già stata abbandonata.

Trovarono alloggio in un caseggiato che il 26 settembre verso le 17 viene occupato dai soldati alleati, sembra tutto finito.

Ma verso le 20 si scatenò un fuoco incrociato di artiglieria, in 30 minuti caddero circa un migliaio di granate.

Il caseggiato iniziò a crollare e tutte le persone cercarono rifugio nei campi.

Il 28 settembre decidono di mettersi in viaggio per raggiungere Igea, ma sia la strada maestra (la statale Adriatica), sia la strada di campagna San Giuseppe sono interrotte.

In questo tragitto tra le due strade nei pressi della “Bovaria” un cecchino sulla sponda settentrionale del Rubicone esplode una raffica di mitragliatrice.

La raffica ferisce ZENO, un dito lacerato e una coscia sanguinante, ma colpisce mortalmente FRANCESCA che conscia della sua morte pronuncia “ti saluto…saluta ALDO …MAMMA addio”.

ERNESTA, la mamma era seduta sul biroccino e le sue gote solcate da grosse e cocenti lagrime.

La buona mamma aveva visto tutto, compreso tutto e, in questa straziante visione, versò le ultime lagrime, mentre il dolore le arrestava per sempre quel cuore che aveva tanto amato, che si era prodigato tanto per tutti i suoi cari.

Questi sono alcuni brevi stralci del libretto che ALDO RICCI “E GIOST ” ha lasciato non solo alle sorelle ma a tutti noi.

Vogliamo riportare il pensiero finale con il quale “E GIOST ” conclude la sua toccante storia:
“Facciamoci forza, portiamo anche noi fin sul Calvario la nostra Croce, con rassegnazione, con bontà, con onestà; senza odio, ma in un amplesso d'amore che non tramonta, di un amore che, anche fra i tormenti della vita, ci rende pienamente felici”.

Attinente ai tragici eventi della guerra riportiamo un racconto relativo ai funerali della famiglia DONENICONI che un altro testimone oculare ci ha narrato:

“provvisoriamente i corpi erano stati sepolti nel terreno adiacente la casa colonica dei DOMENICONI e negli anni 50 nella Chiesa ricostruita si sono tenuti i funerali.

Dalla casa colonica il corteo è arrivato in Chiesa passando per Via Bellaria (e volt).

Una fila interminabile di piccole bare bianche ha occupato tutto lo spazio tra l'ingresso e l'altare della Chiesa.

Un grande silenzio, commozione, sconforto e tristezza è scesa su tutto il paese.

Una scena e una angoscia che non scorderò mai”.

La guerra prosegue fino al 25 aprile 1945, quando tedeschi e fascisti abbandonano Milano.

Vogliamo ricordare un episodio di vendetta e violenza avvenuto a guerra finita che riguarda alcuni Sammauresi. Nel maggio 1945 sono prigionieri nella Rocca di Cesena circa 20 repubblichini, diversi partigiani sparano all'impazzata. Restano uccisi l’ex Commissario Straordinario del Fascio Leonenne Lombini e Ernesto Buda.

Il fatto sarà archiviato come commesso da ignoti.

Dopo il cessate il fuoco, San Mauro Pascoli è un ammasso di macerie: distrutta la Chiesa Parrocchiale, scoperchiata la casa Pascoli, raso al suolo il 90% delle abitazioni.

È rimasto in piedi, anche se con molti danni, il Palazzo Municipale nel cui androne grazie alle spesse mura avevano trovato rifugio i pochi Sammauresi rimasti in paese.

Inizialmente la guida del Comune viene affidata dal CLN del quale fanno parte: il socialista GIUSEPPE TASSINARI, il cattolico popolare UGO GORI e il comunista LUIGI BERTANI, al dirigente di Cooperativa il socialista GIUSEPPE RICCI, dopo pochi mesi viene sostituito per soli 20 giorni dal macellaio del paese FERDINANDO MAIOLI al quale succede fino al 1946 il calzolaio repubblicano LUIGI MAZZOTTI.

Nelle elezioni del 1946 i due partiti della sinistra, socialisti e comunisti, eleggono sindaco il socialista SECONDO BIANCHINI.

Inizia la lenta ricostruzione dell'Italia e del nostro San Mauro.

MAI PIÙ GUERRA MAI PIÙ.

Mauro, Giuseppe e Giorgio.

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Finalmente sono tornati! Vediamo cosa combineranno in questa nuova avventura aahahahahaBravo Moeri!...
Daniele Scarpellini ha inserito un commento in Primo Consiglio Comunale della nuova Amministrazione Guidi
Complimenti per la sua elezione ,Le auguro un ottimo lavoro.
hola ha inserito un commento in MITI E LEGGENDE DELL'ANTICA GRECIA
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Pubblicato il 14.04.2025 - Categoria: Maroni Gallery

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