La scomparsa dello stilista Sergio Rossi, avvenuta all’inizio dell’aprile scorso per Covid19, ha fatto parlare la stampa di tutto il mondo che ha celebrato la creatività e l’estro del grande sammaurese. Ne ha parlato il The Guardian, così come l’edizione americana di Vogue, insieme a una miriade di altre pubblicazioni che hanno reso onore al personaggio. Gli echi sono stati talmente grandi da finire persino in Thailandia sulle pagine della rivista Prestige. Con un emblematico titolo in italiano “Addio maestro” hanno celebrato uno dei padri del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli con un servizio ospitato in più pagine.
L’articolo evidenzia come Sergio Rossi pur avendo collaborato con il mondo glamour del cinema e della moda internazionale, “non ha mai dimenticato le sue umili radici”. Di lui infatti viene riportata una sua frase: "Ho sempre pensato a me stesso come un calzolaio, un calzolaio, poi sono diventato un ‘manager creativo’. Sono nato tra la pelle ... Guardando mio padre al lavoro, gli ho rubato il mestiere ".
L’articolo ripercorre le tappe della sua vita, le basi apprese dal babbo calzolaio che realizzava scarpe a mano fatte su misura, ai viaggi in Riviera a 14 anni per vendere ai turisti i suoi sandali. Poi l’apertura della prima fabbrica e i primi riflettori internazionali sul set de La Dolce Vita di Fellini calzando Anita Ekberg. È l’inizio di un percorso che poi ha incrociato personaggi come Gianni Versace, Dolce & Gabbana e Azzedine Alaïa, tra gli altri.
Il servizio si chiude con il ricordo del padre da parte del figlio Gianvito (“C'è chi ha avuto la fortuna di trasformare la propria arte in opera e chi ha lo straordinario talento di trasformare la propria opera in un'opera d'arte. Sergio Rossi era quest'uomo. Un marito, padre, nonno e progenitore di una famiglia che ha seguito il suo esempio”) e di Riccardo Sciutto ceo della Sergio Rossi e attuale presidente della scuola del Cercal (“È un grande onore averlo incontrato e avergli presentato l'archivio all'inizio di quest'anno. La sua visione e il suo approccio rimarranno la nostra guida nella crescita del marchio e del business”).
Filippo Fabbri
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