Fabbriche chiuse, panorama internazionale difficilissimo, mercato italiano fermo da tempo. Questa è l’attualità del distretto della scarpa nel Rubicone. Il fatto è che a guardare quanto avvenuto prima c’è poco da stare allegri.
A dirlo sono i dati di Assocalzaturifici relativi ai primi nove mesi dello scorso anno. Secondo l’associazione siamo davanti a una recessione di lunga data che non lascia presagire nulla di buono soprattutto alla luce degli effetti del Covid-19.
Secondo il Report con i dati relativi a settembre 2019, il distretto ha registrato una flessione delle esportazioni del -6,9% in valore, lasciando sul campo qualcosa come 15,1 milioni di euro. In sostanza è passato da 220,7 milioni di euro del settembre 2018 ai 205,5 milioni di euro dello scorso anno. Tutto questo in un quadro regionale che nel settore calzature ha evidenziato un +7,9% sempre in valore, in un contesto nazionale anch’egli in crescita sul fronte dell’export (+5,4%). L’Emilia Romagna rimane la quinta regione per quota fatturato con il Rubicone al decimo posto assoluto nei distretti d’Italia di settore.
Sul fronte dei mercati il primo sbocco rimane quello americano che vede confluire un quinto della produzione territoriale (18,7%). La crescita negli States è stata del +5,9%, pari a 38,3 milioni di euro. Il secondo mercato è quello russo che manifesta ancora sintomi di sofferenza con un -13,2% lasciando sul campo 3,7 milioni di euro (24 milioni di euro il giro d’affari). Flessione anche nel Regno Unito in versione pre-Brexit anche se con numeri decisamente inferiori: -1,8%. Bene invece la Francia che rimane il quarto mercato del Rubicone (+2,6%), a seguire i segni “meno” di Cina (-4,1%) e Hong Kong (-12,3%). Da segnalare il +10,7% del Giappone così come +27,6% della Corea del Sud.
Sul fronte delle imprese attive sul territorio provinciale nell’anno 2019, negativo il saldo con un -8%, con il territorio che occupa la metà delle aziende calzaturiere dell’intera regione. In calo infine il ricorso alla cassa integrazione con una flessione del -5,3%, in un quadro regionale che al contrario vi ha fatto abbondantemente ricorso (+17,3%).
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