SAN
MAURO PASCOLI – (9 Agosto 2006) - Secondo Casadei alla sbarra. Niente
paura, il padre di “Romagna Mia” non ha commesso nessun reato. Bensì
sarà al centro dell’attenzione nel tradizionale Processo organizzato da
Sammauroindustria in programma il 10 agosto prossimo alla Torre a San
Mauro Pascoli (inizio ore 21,00). Di scena una pubblica e una difesa che
si confronteranno su un tema salito agli onori delle cronache, in questi
giorni di celebrazioni del centenario di Secondo Casadei: il padre del
liscio ha saputo interpretare le tradizioni musicali, la voglia di
vivere e di ballare dei romagnoli? Oppure, si è limitato a riprendere
altre tradizioni culturali trapiantandole in Romagna, così, in certo
modo, tradendo la sua gente? A confrontarsi su questi temi ci saranno
una pubblica accusa, guidata dal noto scrittore giallista Eraldo Baldini
e dallo studioso di cultura romagnola Giuseppe Bellosi; la difesa dal
regista cinematografico e televisivo Leandro Castellani e dall’editore
Roberto Casalini. Presidente del Tribunale sarà Gianfranco Miro Gori
sindaco di San Mauro e studioso di cultura romagnola, che detterà i
tempi della serata. Novità di questa edizione sarà la giuria per la
prima volta popolare, composta da undici personaggi rappresentativi
delle diverse categorie professionali della patria di Pascoli: Werther
Colonna (Presidente di Sammauroindustria),
Jusi Andriuolo, Giovanni Bergamaschi, Vera Bessone,
Enzo Fantini, Cristina Fiuzzi, Maria
Rocchi Pagliarani, Ermanno Pasolini, Cristina Piscaglia, Marina Seganti,
Marco Zamagni. Nel corso della serata
l’attore sammaurese Mirko Ciorciari leggerà alcune poesie di Giovanni
Pascoli, mentre il musicista Moreno Conficconi eseguirà brani musicali
di Secondo Casadei. Nel frattempo il dibattito sul personaggio ha già
preso piede. A dare fuoco alle polveri è stato lo scrittore-giornalista
Michele Serra che su Repubblica, parlando del ruolo di Secondo
Casadei, in un certo senso ha sposato le tesi dell’accusa: “La Romagna
ha grandi poeti come Baldini. Il liscio è ancora in cerca di autore”.
Rincarando poi la dose: “Che bella cosa è na jornata ‘e sole è un
verso bellissimo, e vale dieci volte l’intero testo (orribile) di
Romagna mia. Ci vorrebbe qualche paziente scrittore di versi che,
piegandosi umilmente alle esigenze del rattarattarà, provasse a onorare
la musica popolare romagnola come merita”. Una stroncatura a pieno
titolo al padre di “Romagna Mia” da parte di un importante giornalista,
a testimonianza che il dibattito sul personaggio è sentito e aperto. Al
processo del 10 agosto a San Mauro la sentenza.
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