“Ridateci il Miglio”. L’appello lo hanno fatto sul Corriere Romagna tre sammauresi (Giuseppe Casadei, Mauro Rossi e Giorgio Zicchetti) da tempo protagonisti nella valorizzazione della storia del loro paese, ed è rivolto ai sindaci di San Mauro e Rimini. Il Miglio in questione è di età romana, dell’epoca augustea, con almeno 20 secoli di storia alle spalle. Si trova nel Lapidario romano a Rimini dal secondo dopoguerra. “Fu trovato casualmente da un contadino nel 1949 a circa 100 metri dal ponte romano vicino a San Vito – spiega Giuseppe Casadei – Il territorio era quello di San Mauro. Fu proposto di portarlo in paese, solo che le difficili condizioni in cui era San Mauro dopo la guerra, quasi rasa al suolo, e l’impossibilità di un luogo dove mettere il Miglio, portarono alla decisione di trasferirlo a Rimini. Una scelta saggia, dettata dalla difficile situazione di quegli anni. Oggi il contesto è completamente cambiato, soprattutto alla luce dell’ipotesi di realizzare un museo comunale nel compendio di Casa Pascoli, laddove c’è l’asilo. Quello sarebbe il posto adatto dove posizionarlo, magari all’ingresso. L’impatto sarebbe notevole, per la bellezza e la mole del manufatto”.
Il Miglio in effetti è di ingenti dimensioni: alto 2,80 metri per un diametro di oltre 1 metro, riporta una scritta in latino che inneggia all’imperatore Augusto con le indicazioni della via Emilia laddove si trovava. “San Mauro in quell’epoca era un crocevia di tre importanti strade: Popilia, via Emilia antica, via del Confine – prosegue Casadei – Il Miglio fu trovato lungo la strada via San Vito, realizzata per evitare l’eccessivo traffico verso Santarcangelo dovuta alla movimentazione delle merci per le tante fornaci presenti”. Altre informazioni storiche le ha documentate Susanna Calandrini in un libro del 1986 “Ricerche su San Mauro e il suo territorio”, volume oggi pressoché introvabile.
I tre, che già in passato si erano fatti portavoce di questa battaglia, sabato erano presenti in piazza Mazzini (nella foto) con un banchetto nel quale sensibilizzavano i sammauresi sulla vicenda. Oltre a un manifesto hanno anche realizzato un telo di circa 2 metri con l’immagine di Augusto che afferma “Restitutio meo miliarum San Mauro gentes”, con a fianco la popolazione che esulta per la restituzione. Nei prossimi giorni i tre formalizzeranno in una lettera la richiesta di restituzione. “Non vogliamo certo creare casi diplomatici tra i due comuni – afferma in chiusura Casadei – Anche una fedele copia del Miglio andrebbe bene, l’importante è che a San Mauro torni in qualche modo questo reperto storico, fondamentale per la storia del nostro paese”.
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