5 Stelle, strali su alberi via Tosi
- Categoria: Cronaca
“Ormai tra non molto partirà uno dei più importanti lavori pubblici per il triennio 2016-2018. Stiamo parlando della riqualificazione di via Tosi.
Un'arteria stradale centrale che collega, nei suoi 2,5 km, il centro cittadino, con il suo viale alberato di pini, con villa Torlonia. Negli ultimi 10 anni tale via è sempre stata trascurata dalle passate giunte (targate PD) ed i lavori di prossima partenza sono più che doverosi. La strada versa in condizioni più che pietose con buche, asfalto saltato, mancanza di marciapiedi, illuminazione pubblica scadente eccetera.
Tra non molto si avrà asfalto e marciapiedi nuovi, pista ciclabile e abbattimento dei pini. Al loro posto dei timidi alberelli. Il pino, piantato (forse per ignoranza) negli anni ‘60, con le sue radici di superficie, ha contribuito a sfaldare l'asfalto causando quello che tutti noi abbiamo potuto vedere in questi anni.
Siamo consci che per motivi di sicurezza e viabilità sia pedonale che carrabile, alcuni pini (alcuni non tutti) devono essere rimossi.
Chi si domanda se è giusto o meno tale abbattimento, sbaglia il punto di osservazione. Il punto cruciale è un altro. Che fare dopo? Che piantumazioni mettere al loro posto? Ovviamente, per legge, il bilancio arboreo deve essere inalterato quindi su 50 pini abbattuti saranno piantati 50 alberi. Ma possono 50 alberelli sostituire dei fusti di 30 metri di oltre 40 anni? Qual è la giusta corrispondenza?
L’albero diventa perciò un elemento distintivo, un punto di riferimento e che, spesso, costituisce un elemento di raccordo fra passato e presente. In questo contesto l’albero va considerato come “elemento architettonico” essenziale nel disegno delle viabilità e, pertanto, nelle opere di manutenzione, cura e (eventualmente) sostituzione, non sono certo indifferenti le caratteristiche biologiche, quali la specie, il portamento, la dimensione. Gli alberi possono svolgere infatti diverse funzioni dal punto di vista architettonico ed ingegneristico: forniscono infatti “privacy”, valorizzano panorami, nascondono visioni sgradevoli, costituiscono uno sfondo per esaltare caratteristiche del paesaggio e, infine, attenuano, completano e valorizzano le linee architettoniche degli edifici. Con un’adeguata selezione e manutenzione, gli alberi possono valorizzare una proprietà ed essere ad essa funzionali, senza violare i diritti ed i privilegi dei vicini e della comunità.
Chissà se l'Assessore Azzurra Ricci sovviene tale definizione di utilità del verde pubblico. A ben guardare (nonostante sia ingegner edile) si trascurano aspetti fondamentali come ombra di giuste dimensioni, abbattimento dei rumori, delle alte temperature, delle polveri sottili. Si crea un micro clima ideale che innesca meccanismi di relax e di quiete.
A San Mauro manca un vero progetto di verde pubblico. Si dà importanza all'estetica piuttosto che all'utilità.
Molte vie di San Mauro (anche aventi le nuove alberature - vedi via della poesia) sono un'unica lastra di cemento, che con le temperature di questi giorni sono impercorribili. Non va meglio nei nostri parchi. Molti dei giochi sono esposti al sole, poca ombra, il tutto rendendoli poco utilizzabili in questi periodi.
Ci domandiamo quante madri con il passeggino fanno una passeggiata di mattina per le vie del centro senza un minimo di ombra. Quante di queste portano il loro bambino sotto il sole, a giocare al parco in estate.
In sostanza non sono parchi, ma giardinetti. Eppure di esempi vicinissimi a noi ce ne sono.
Per ogni albero abbattuto per far strada all'urbanizzazione ci vuole un’alberatura di una certa struttura (si pensi alla quercia, al platano, al pioppo, al salice censiti e monitorati.
Da voci dal gran Palazzo ci rivelano che il Sindaco non vorrebbe tener conto della petizione pro-abbattimenti (petizione firmata da alcuni residenti di via Tosi), mentre l'Assessore Azzurra Ricci non vede l’ora di far partire le ruspe (pur affermando che Rete Clima ha risposto che 1 albero adulto = 40 alberi nuovi). Insomma San Mauro Pascoli non è un paese per gli alberi”.
Flavio Biancoli – Ivan Brunetti
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