Qualche mese fa un settimanale di ampia diffusione “Dipiù” decide di dare spazio alla poesia e invita i propri lettori a scegliere la poesia più bella o forse meglio la “più amata” della letteratura italiana. Così di settimana in settimana il direttore, Sandro Mayer, propone la scelta tra due o più poesie da lui selezionate. Alla fine risulta una rosa di quattro semifinaliste. Oltre a queste, le dieci più votate in ordine decrescente sono state: Il sabato del villaggio e La quiete dopo la tempesta di Leopardi, Valentino di Pascoli, San Martino e Davanti a San Guido di Carducci, La notte santa di Gozzano, L'aquilone di Pascoli, Il passero solitario di Leopardi, Il cinque maggio di Manzoni, Temporale di Pascoli. In semifinale da una lato Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante con A Silvia di Leopardi; dall'altro La cavalla storna di Pascoli con A mia madre di De Amicis. Finaliste A Silvia e La cavalla storna che – per usare le parole di Mayer – “ha stravinto”.
Il trionfo di Pascoli e di La cavalla storna è un'ulteriore conferma di quale favore popolare goda Pascoli che campeggia con molti altri testi (segnalo, tra le altre, L'aquilone della quale disse: “Questa è la più bella... (non siamo superbi!) la meno brutta (non siamo ipocriti!) l'unica bella mia poesia”) nelle quattordici più votate dai lettori.
Ciò che voglio sottolineare, dunque, non è una presunta superiorità di Pascoli rispetto a Leopardi o Dante. Ci mancherebbe. Dante Alighieri è un monumento della poesia mondiale come Giacomo Leopardi. Di entrambi Pascoli si dichiarò seguace e di entrambi, soprattutto di Dante, studiò in modo approfondito l'opera. Ma egli è inciso nell'immaginario degli italiani. Poeta pop, come pop è La cavalla storna. Una poesia bellissima nella quale il ritornello famoso con l'incipit “Oh cavallina, cavallina storna...” alla fine è prevalso sul titolo dato da Pascoli. Perché tutti quanti la chiamiamo, erroneamente, La cavallina storna; ed è questo un chiaro sintomo della sua popolarità.
Il settimanale “Dipiù” ha pubblicato il testo della poesia in forma di locandina pronta per essere appesa. Devo la segnalazione del concorso all'amico Gilberto Montemaggi.
Gianfranco Miro Gori
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