di Filippo Fabbri
Messe da parte bottiglie di spumante per i brindisi o smaltita la rabbia per gli sconfitti, le regionali da poco alle spalle ci dicono almeno tre cose su San Mauro.
La prima, la più rilevante, è un riequilibrio tra le due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, favorito dalla netta flessione dei grillini. Alle europee di otto mesi fa la forbice tra le due parti era stata a grandi linee di ben 17 punti in percentuale a favore del centrodestra. Sommando i voti di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Popolo della Famiglia, Foza Nuova e Casa Pound, quell’area politica aveva conquistato la quasi maggioranza assoluta 49.4%. Una distanza di queste proporzioni non si era mai vista, favorita da un centrosinistra arrivato a malapena a superare il 30%, per la precisione 32.3% (Pd, Europa verde, +Europa, La sinistra, Pci). Evidente lo spostamento di voti in favore di 5 Stelle con il loro 16.2%.
A otto mesi, il distacco tra le due coalizioni si è ridotto a 3 punti in percentuale. Con il centrodestra che di fatto conferma il consistente blocco di pochi mesi fa (48.4% della Borgonzoni) mentre il centrosinistra recupera arrivando al 45.3% con Bonaccini. Il recupero avviene a discapito dei 5 Stelle confluiti in buona parte sul candidato Dem tanto da ridursi a un timido 4.1%.
La seconda considerazione riguarda i partiti. Il Pd festeggia per essere tornato il primo partito del paese (32.8%), recuperando 8 punti in percentuale. A ben vedere però si tratta di una vittoria in chiaroscuro, dal momento che arriva solo grazie alla flessione della Lega (31.9% con -5.1% sulle europee), i cui voti sono stati travasati ad altri partiti della coalizione. Stupefacente è il risultato di Forza Italia 10.2% (+3.1 %) raggiunto grazie all’impegno diretto del candidato Nicola Rossi, in crescita anche Fratelli d’Italia 6.9% (+2.2%).
Il terzo messaggio è la leadership nel centrodestra. Rossi ne esce decisamente rafforzato sulla Lega. Non solo perché in ambito comunale ha portato a casa più voti di Ravagli (444 contro 290), ma soprattutto perché l’ha fatto sotto le insegne di un partito in pieno declino su tutto il territorio. Tant’è che nel contesto provinciale i due hanno preso più o meno gli stessi voti: Ravagli 1251, Rossi 1239. Questo per dire che il centrodestra può già giocare in prospettiva in vista delle prossime comunali, anche se pensare da qui al 2024 significa parlare di una nuova era geologica vista la velocità dei tempi d’oggi.
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