di Filippo Fabbri
E sei. La Sammaurese non finisce di stupire. Per la sesta volta i ragazzi di patron Cristiano Protti hanno conquistato la salvezza in serie D, traguardo che vale come la vittoria di un campionato. Un risultato che assume le sembianze del miracolo a guardare le dimensioni della società (non ha neanche un Direttore sportivo) e la voce spese nel contesto del campionato, tra i budget più bassi.
Sono sei anni che la storia si ripete, quest’anno poi ha un sapore ancora più mieloso, per un inizio thrilling con 3 punti in 7 partite e l’ultimo posto in classifica. Se in quei giorni qualcuno avesse scommesso su una salvezza con tre giornate di anticipo la psichiatria del Bufalini sarebbe stata allertata. E invece il tempo dell’amalgama per una squadra rinnovata per dieci undicesimi e nuovi innesti di mercato hanno segnato una svolta.
Alcuni risultati poi sono stati a dir poco strabilianti, da annoverare nella storia. Per capirci: 6 punti con 8 reti al Forlì, la vittoria in trasferta a Prato e al Romeo Neri di Rimini, il sonoro 4-2 sulla capolista Aglianese. Sono numeri che lasciano il segno e rendono onore al lavoro fatto da società, allenatore e ragazzi.
Ieri patron Cristiano Protti ha svelato un importante antefatto: “La forza di questa squadra è l’essere come una famiglia. L’inizio è stato molto difficile, dopo 7 partite eravamo in grossa difficoltà. Stefano (Protti, ndr) non voleva intervenire sul mercato, sapendo dei nostri budget, ma io sono ottuso e ho deciso di fare sacrifici anche personali e così abbiamo preso qualche giocatore che ci ha dato qualche garanzia. Bravi i ragazzi e l’allenatore a ripagare questi sacrifici”.
Il tecnico Stefano Protti così ha commentato la stagione. “L’inizio è stato difficile, gli accorgimenti della rosa e il duro lavoro hanno portato a una crescita eccezionale di tutti i ragazzi. Se il secondo Covid non ci avesse fermato sono convinto che ci saremmo giocati il 4-5 posto, eravamo nel momento migliore della stagione”. Una dedica della salvezza: “A me stesso, è la prima volta che lo faccio. E un grazie alla società che mi ha sempre aiutato anche nei momenti difficili”.
Infine la voci su un suo futuro a Fermo: “Non so nulla di quello che è uscito. Sono stato inserito in una rosa di nomi di papabili per quella panchina. Dico però che a Fermo non dirò mai che non ho piacere di andare. Mi hanno trattato come un idolo quando ero giocatore e 22 anni dopo quando mi sono presentato come allenatore con la Sammaurese: è un atto di riconoscenza che ripagherò anche se la Fermana dovesse fare la terza categoria, perché quella è la mia squadra”.
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