La tragedia sfiorata
Lele però aveva voglia di divertirsi un po' con loro e così prima di inoltrasi all'esterno li condusse ad esplorare ogni angolo della capanna, un po’ per cercare il cibo, un po’ per prendersi gioco dei fratelli, ma in particolare per la gran curiosità di scoprire le novità del mondo nuovo ed anche una buia capanna era una parte di un mondo tutto da scoprire.
Stavano tranquillamente e allegramente girando qua e là, quando si avvidero che in un angolo in alto c’era una strana cosa bianca stesa tra le travi come un invitante tappeto ricamato con fili di un bianco argenteo.
“Che bello!”, gridò uno dei fratelli, “Dai, dai, andiamo a vedere cos’è, forse è roba buona da mangiare!
Si gettarono di colpo sulla cosa bianca, solo Lele continuava a volare in tondo, non si fidava molto delle cose che non conosceva e voleva vedere cosa succedeva.
Ahimè, non era un tappeto d'argento, ma una perfida ragnatela e ben cinque dei suoi fratelli si trovarono incollati a quei fili ingannevoli e non riuscivano più a muoversi e a districarsi, le ali sembravano incollate potevano muovere solo qualche zampina .
Il terrore si impadronì facilmente di loro così che si misero ad urlare la loro disperazione con quanto fiato avevano in gola e ad invocare aiuto ai fratelli superstiti ed il ronzio rumoroso giunse alle orecchie di Lele.
“Fermi tutti”, gridò questi affannato, “non avvicinatevi o sarà la fine!”.
Non sapeva però cosa fare, volava e piangeva rabbiosamente perché capiva di non poter fare niente per i suoi sfortunati fratelli.
E l’orrore raggiunse il culmine quando, come per magia, fece la sua comparsa sulla bianca distesa di fili appiccicosi, un grosso ragno nero bavoso e peloso che alla vista delle prede catturate grugnì soddisfatto:
“Bene, bene, oggi si fa festa!”.
Fece per avvicinarsi famelico e a bocca spalancata al suo pasto preferito, ma per fortuna loro, proprio in quel momento entrò nella capanna un uomo, il padrone di quella capanna, il quale, inavvertitamente sfiorò col suo cappello la ragnatela, che al contatto si lacerò.
Il ragno nero si allontanò spaventato e le piccole mosche poterono liberarsi da quella presa mortale e riprendere il volo.
Che gioia e che abbracci, quanto bene si vollero in quel momento!