
A CAVALLO DELLA COMETA
Era bello cavalcare la cometa, filava veloce e silenziosa e non c’era neanche bisogno di guidarla, sapeva da sola dove andare, bastava lasciarsi trasportare.
Era proprio felice il pallone giallo in quel momento, vedeva sfilare intorno a sé galassie e nebulose, costellazioni e ammassi stellari in una sequenza di luci e colori simili a fuochi d’artificio.
L’incontro più impensabile fu con una navicella spaziale piena di astronauti impegnati nell’esplorazione dello spazio, i quali, quando si videro passare davanti agli oblò un pallone giallo a cavallo di una stella cometa, pieni di eccitazione e con voce incredula ed incerta, comunicarono la cosa alla base terrestre con richiesta del da farsi.
Secco ed immediato arrivò il comando dalla base:
“SCENDETE IMMEDIATAMENTE, LA MISSIONE È ANNULLATA, SI VEDE CHE L’ECCESSIVA PERMANENZA NELLO SPAZIO CREA GRAVI DISTURBI ALLA MENTE UMANA!”.
“ALÈ, ALÈ… PIÙ FORTE, PIÙ FORTE…!!!”.
Gridava nel silenzio più assoluto il piccolo pallone giallo che si sentiva, per una volta, il re dell’universo.