
Buongiorno a tutti amici di Sanmauropascolinews.it oggi vogliamo parlarvi e raccontarvi la storia di LUCARELLI MICHELE “BACHELA” (11 aprile 1916 - 20 marzo 1979) un personaggio Sammaurese molto conosciuto, amato e benvoluto da tutti.
Lucarelli Michele abitava a San Mauro Pascoli in quello che era chiamato “il Castello” oggi Piazza Agostino Antonio Giorgi, è stato un apprezzato e capace “Marangòun”, e come suo babbo era un esperto e valente falegname, molto apprezzati i suoi lavori in particolare le madie, i tavoli e le panche per le Chiese.Grazie a questa attività possiamo ben dire che la famiglia di Lucarelli Michele era una famiglia agiata.
Non vogliamo parlarvi della vita da civile di Lucarelli Michele ma di cosa è successo durante il servizio militare.
Una storia che risale a circa ottanta anni fa ma che ancora oggi qualcuno racconta e ricorda, ed è proprio per questi motivi che abbiamo ascoltato con attenzione questi racconti e abbiamo deciso di ricordare questo Sammaurese.
Lucarelli Michele “Bachela” era un gran lavoratore, un omone imponente ma buono e viene ancora ricordato per un episodio accaduto in Russia.
Nella seconda guerra mondiale Lucarelli Michele viene destinato a combattere sul fronte Russo.
La spedizione dell’Armata Italiana in Russia (ArmIR) è stata un’immensa e indicibile catastrofe, tanti soldati italiani non sono tornati dalle loro famiglie e molti sono i soldati dispersi per i quali i familiari non hanno una tomba dove piangere. Tutti abbiamo visto e ricordiamo le immagini della ritirata, con i nostri soldati a marciare con temperature di 40° sotto zero, senza cibo senza mezzi di trasporto, solo con pochi muli, senza un abbigliamento idoneo e senza poter prendersi cura e assistere i compagni feriti e caduti.(Perché tutto ciò, per cosa?)
Ricordiamo che al termine della terribile ritirata i soldati Italiani stremati giunsero allo scontro finale con l’esercito Russo a Nikolajewka (oggi Malenka Aleksandtowka).Dei 61155 soldati che avevano marciato dal fiume Don solo 13420 riuscirono a passare lo sbarramento di Nikolajewka, una carneficina.
Tutti abbiamo visto nel cinema di Jaures prima dell’inizio dei film i cinegiornali dell’Istituto Luce con i terribili filmati della ritirata di Russia.
Lucarelli Michele in quei giorni era proprio in Russia, non sappiamo dove fosse in Russia, ma lui era lì in mezzo a quelle bufere, al grande freddo in quella immane tragedia.
Uno dei modi per riscaldarsi e una delle cose che era possibile trovare in Russia era la Vodka tipica bevanda Russa che ti aiutava a tirare avanti, a marciare, a dimenticare le sofferenze di quei terribili momenti e che come detto ti scaldava il corpo.
Ecco, Lucarelli Michele “Bachela” veniva usato dai suoi commilitoni, che si appoggiavano al suo corpo, come una stufa, una fonte di calore.
E nei racconti che abbiamo ascoltato sembra che due sammauresi si siano salvati e abbiano fatto ritorno a casa grazie a “Bachela” e al calore del suo corpo.
Non abbiamo elementi per verificare se questa storia sia vera e realmente accaduta, ma a noi piace pensare che sia andata proprio così, in fondo in ogni storia tramandata e raccontata c’è sempre una parte di verità. Indubbiamente le traversie, le privazioni e gli avvenimenti vissuti dai soldati italiani che erano e sono sopravvissuti all’inferno Russo, li hanno segnati non solo nel fisico ma anche nell’anima e nell’inconscio.
Una volta rientrato in Italia Lucarelli Michele “Bachela” ha trovato occupazione nel settore della ristorazione. Dopo il ritorno in Italia Lucarelli Michele "Bachela” sposa Caterina Zanotti (2 gennaio 1921 – 28 maggio 1995), dal matrimonio nascono tre figli: Oddone "Odo” operaio nel settore delle calzature, Gigi falegname e Anselmo “Mino” (24 febbraio 1946 – 3 marzo 2022) titolare del ristorante “Da Mino” a Parigi.
Mauro Rossi e Giuseppe Casadei
Allegata una fotografia del 1950 del “Veglione dei Faroccoli“, Michele Lucarelli “Bachela” è il primo a sinistra con Anita Pollini, Ernesto Calandrini “e’ Noin”, Guido Ricci, Iolanda Balestri “Tanni”, Virgilio Zanigni.
Alcuni brevi stralci dalla poesia scritta nel 1943