Il celebre omicidio di Ruggero Pascoli, padre del poeta, raccontato in dialetto. A farlo per la prima volta è Miro Gori nel volumetto “La s-ciuptèda (La fucilata). Monologhi nel dialetto di San Mauro”, libretto che in realtà è un cofanetto poiché include anche un cd audio che dà voce alle parole del testo. A interpretarlo è una celebre attrice come Elena Bucci, mentre il sammaurese d’origine Luigi Ceccarelli cura l’elettronica e la regia del suono, Paolo Ravaglia i clarinetti.
La prima presentazione pubblica del libro e del cd sarà a San Mauro Pascoli sabato 19 gennaio alle ore 17 alla Torre (Piano Nobile). Saranno presenti la sindaca Luciana Garbuglia, Luigi Ceccarelli e Paola Ravaglia autori delle musiche, e Miro Gori autore dei testi.
“Il testo nasce alcuni anni fa – spiega Gori – stavo riflettendo sull’assassino del babbo Pascoli avvenuto il 10 agosto del 1867. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato l’utilizzo del dialetto perché rispecchia la lingua che si parlava a San Mauro in quegli anni. Su come raccontare il fatto mi è venuto in mente un film di Kurosawa “Rashomon” del 1950: nel film c’è un omicidio e per scoprire il colpevole gli inquirenti chiamano una medium. Da lì ho pensato a evocare tutti i personaggi di questa vicenda facendoli parlare”.
Alla vicenda ritornano i monologhi di La s-ciuptèda che sono in parte frutto d’invenzione e in parte si basano su documenti scritti e racconti orali. “Non c’è nessuna pretesa di verità storica – ancora Gori – bensì una narrazione delle vicende in dialetto romagnolo di San Mauro Pascoli, la lingua nella quale sono accaduti”.
Troviamo così i protagonisti veri o presunti: e’ mórt ’mazè (il morto ammazzato), l’asasòin (l’assassino), la vèdva (la vedova), i urfan: la Ghita e Giacòun (gli orfani: la Margherita e Giacomo, che erano i maggiori), e’ mandènt (il mandante). Ai protagonisti corrispondono brevi voci di persone in relazione con loro. Al primo, e' mórt ’mazè, e’ garzòun (il garzone). Al secondo l’asasòin dl’asasòin (l’assassino dell’assassino). Alla terza al surèli (le sorelle). Ai quarti i fradél (i fratelli). Al quinto i samauróis (i sammauresi).
Il progetto è sostenuto da Sammauroindustria.
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