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Processo 2016Giulio Cesare assolto con formula piena. Mai nella storia dei processi promossi da Sammauroindustria si era registrato un verdetto così schiacciante, da non ammettere dubbi di sorta: 422 voti per l’assoluzione, 69 per l’accusa. “Cesare è stato un uomo delle istituzioni e un grande condottiero, personaggio che ancora oggi a oltre XX secoli di distanza mantiene intatta tutta la sua forza”, ha affermato il Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori nel commentare l’esito della serata svoltasi a San Mauro Pascoli a Villa Torlonia, a pochi chilometri dal celebre attraversamento del Rubicone.

Pubblico delle grandi occasioni (circa 800 persone), affilate e pungenti le armi dell’accusa. Aperta dallo studioso Paolo Turroni, secondo cui Cesare fu un personaggio assetato di potere, “disposto a tutto pur di raggiungerlo, tanto farsi eleggere Pontefice massimo, la più importante carica religiosa del tempo, ottenuta anche attraverso i debiti”. Dura la chiosa finale: “Oggi non dobbiamo condannare Cesare in sé, ma l’idea che un solo uomo possa tiranneggiare su tutti gli altri”.

A rincarare la dose lo storico Giovanni Brizzi, dell’ateneo bolognese, durissimo contro il condottiero romano, “il più grande propagandista di sé stesso”. Aggiungendo per l’accusa: “La sua colpa più grave è stata quella di avere svuotato le istituzioni pubbliche per la sua sete di potere personale. Il Senato salito a 900 membri adulatori privo di una sua autonomia, il Consolato asservito a lui. Cesare è stato un grande narcisista che ha accumulato cariche, titoli e onori sino a elevarsi a Dio. Un personaggio del genere non può essere assolto”.

A rispondergli in prima battuta è stata l’archeologa Cristina Ravara Montebelli (difesa) che si è soffermata sulle doti di grande condottiero del personaggio, soprattutto nel celebre passaggio del Rubicone nel 49 a.c. con consenso di soldati e dei popoli attraversati. “Le parole del poeta Lucano, prese in minore considerazione dagli storici rispetto a quelle più tarde di Svetonio e Plutarco, descrivono molto efficacemente i sentimenti che pervasero i riminesi, custodi del confine di Roma, all'arrivo di Cesare, e dei soldati dopo il suo discorso, concordi nel seguirlo”.

Ma a segnare le sorti del Processo e convincere gli indecisi è stato lo storico Luciano Canfora nell’arringa finale: “Nessuno vuole nascondere il Libro nero di Cesare e coprire i suoi misfatti come nella guerra gallica. Ma c’è un tratto che rende grande Cesare: il suo attaccamento alle istituzioni. La lingua romana non contempla la parola democrazia, presente in quella greca e persino turca. Tant’è che la Repubblica Romana tanto decantata era essenzialmente aristocratica, non certo democratica. Cesare si rende conto che era una struttura marcia e interviene contro di essa. Sembra difficile riscattare la memoria di un uomo assassinato perché reputato tiranno e inventore, nella costituzione romana, di una innovazione pericolosissima come la dittatura a vita. Entrambi questi addebiti possono essere intesi come motivi positivi in un’ottica non moralistica. Per questo deve essere assolto”.

Buona Pasqua 2025 da Sanmauropascolinews.it

Pubblicato il 18.04.2025 - Categoria: Vignette

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Daniele Scarpellini ha inserito un commento in Primo Consiglio Comunale della nuova Amministrazione Guidi
Complimenti per la sua elezione ,Le auguro un ottimo lavoro.
hola ha inserito un commento in MITI E LEGGENDE DELL'ANTICA GRECIA
non è stato da aiuto☹️

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