Cala il sipario per l’associazione Volo.Insieme. Una storia lunga tre decenni fatta di tanti gesti di solidarietà, da San Mauro diramazione il mondo. L’ultimo sigillo è avvenuto lunedì nella biblioteca comunale davanti a un gruppo di volontari e alla presenza simbolica del primo e dell’ultimo presidente, rispettivamente Renzo Pirini e Giuseppe Rosati. «La chiusura in parte è dovuta al mancato ricambio generazionale dei volontari – ha detto Pirini – tant’è che l’età media di quelli rimasti supera i 70 anni. Ad aggravare la situazione ci sono stati questi due anni di pandemia che hanno azzerato la nostra attività con relative risorse finanziare. Non ci resta che ringraziare tutte le persone che in questi 30 anni hanno creduto in noi e ci hanno sostenuto».
Formalmente la Volo.Insieme nasce nel 1994 con il riconoscimento della Regione Emilia-Romagna, ma in realtà i primi passi li muove due anni prima quando a San Mauro arriva il primo gruppo di profughi dalla Bosnia. È il 17 maggio del 1992 quando alla caserma della Cagnona si affaccia un contingente di circa 300 persone, per lo più donne e bambini, in fuga dalla guerra civile al di là dell’Adriatico. Ad allestire l’accoglienza sono la prefettura, la Croce Rossa di Cesena, la Provincia e il Comune di San Mauro. «Il sindaco di allora Giorgio Campana ci chiese di dare una mano ai profughi, i quali non potevano uscire dal perimetro della struttura presidiata dalle forze dell’ordine – ricorda Pirini – Le norme che regolavano lo status di rifugiato infatti erano diverse da quelle attuali. A rendere tutto incerto c’erano le difficoltà nella lingua e il fatto che nessuno sapeva esattamente quanto tempo sarebbe durata la loro permanenza in Italia».
I volontari non si perdono d’animo e ingrossano le fila sino ad arrivare a una quindicina.I primi passi sono nell’organizzazione di mercatini nei quali vengono venduti prodotti che le donne bosniache realizzavano a mano. «Molte delle donne ospiti della Cagnona erano bravissime a lavorare il cotone e la lana – ricorda Pirini – Noi procuravamo le materie prime e loro realizzavano centrini, pizzi, coperte, calzettoni. Con l’iniziativa dei mercatini complessivamente riuscimmo a ridistribuire alle donne bosniache circa 80 milioni di lire. Quello che si guadagnava nei mercatini in minima parte veniva investito nell’acquisto del materiale, la parte restante andava alle donne che li mandavano alle famiglie».
Altro versante importante i progetti di scolarizzazione per i giovanissimi. «Pensavamo a interventi di inclusione sociale e così avviammo corsi scolastici di lingua italiana per i bambini – ricorda la sindaca Luciana Garbuglia, nel ’92 tra i volontari dell’associazione – Quando alcuni anni dopo alcuni di loro si diplomarono per noi fu una soddisfazione immensa».
Quella caserma che oggi non c’è più li ospitò fino al 1995, dopodiché alcuni tornarono in Bosnia, parecchi altri sono rimasti a San Mauro e dintorni: qualche anno fa si era stimato che ne erano rimasti circa un terzo.
Non solo Bosnia comunque per la Volo.Insieme, impegnata negli anni su più fronti sui temi della solidarietà e della cooperazione. Tra gli interventi, la raccolta fondi per le popolazioni colpite dallo tsunami in Sri Lanka, la realizzazione di pozzi per l’acqua potabile in Senegal, Burkina Faso e Mozambico. E ancora, la partecipazione alla costruzione in Burkina Faso di un Csps (Centro sanitario per la salute e la maternità), la realizzazione in Mozambico di due ponti e una scuola a Molouce/Nimala. Tra le iniziative anche i corsi di alfabetizzazione per stranieri in collaborazione con l’istituto comprensivo di San Mauro Pascoli nell’inserimento dei volontari affiancati a studenti con difficoltà linguistiche.
Corriere Romagna
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