ROMA – (20 Dicembre 2005) – Ormai è risaputo: quest’anno ricorrono i 150 anni della nascita di Giovanni Pascoli. Ma se a onorare questa data è il Presidente della Repubblica le cose cambiano parecchio. E così è stato nei giorni scorsi in occasione della cerimonia di consegna dei Diplomi di Benemerenza di Prima Classe con Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte per l'anno 2005, quando Ciampi ha ricordato la ricorrenza pascoliana. Di seguito riportiamo la notizia pubblicata dall’Agenzia internazionale stampa estero il 14 dicembre scorso dal titolo “Ciampi ai benemeriti di scuola cultura e arte: la cultura è l’anima di un paese e noi abbiamo il dovere di sostenerla”.
«"La cultura è l'anima di un Paese, la sua linfa vitale. È coscienza e conoscenza di sé e dell'ambiente in cui si vive. La cultura è la prima identità di un popolo", ma "deve vivere nel presente. Non basta avere un patrimonio prezioso se non c'è l'impegno, la passione, la competenza di chi, nel custodirlo, lo alimenta, lo tramanda. E noi abbiamo il dovere di sostenere la cultura e di valorizzarla, con le risorse necessarie". È chiaro il monito che il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha lanciato questa mattina in occasione della cerimonia di consegna dei Diplomi di Benemerenza di Prima Classe con Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte per l'anno 2005. Agli insigniti, che "del coltivare arte, scienza ed educazione" hanno fatto "l'impegno di una vita", Ciampi ha detto grazie "per quello che ci avete dato, con quotidiano sforzo, lavoro e impegno. Siete la parte viva e vitale dell'Italia che guarda avanti e che vuole andare avanti". Tra coloro che hanno ricevuto l'ambita onorificenza figurano, tra gli altri, Luca Barbareschi per l'attività svolta nel campo teatrale e cinematografico, Enrico Censon per la delicatezza di problemi urbanistici e paesaggistici da lui seguiti e Fabio Morera Generale della Guardia di Finanza per il recupero di beni culturali trafugati e destinati al mercato internazionale. A tutti, eccellenti interpreti del nostro cinema, del teatro, della letteratura e dell’architettura, il Capo dello Stato ha detto: "voi rappresentate esempi di eccellenza nella cura e nel progresso creativo delle scienze, dell'arte e dell'istruzione" e, come tali, "siete un esempio da seguire". Per i giovani, soprattutto. "È nell'interesse di tutti che le menti più giovani possano crescere in passione, curiosità, creatività; che abbiano le opportunità per dimostrare se e quanto possono contribuire allo sviluppo artistico, scientifico, culturale e civile della Nazione". Questo deve essere, per Ciampi, lo sforzo congiunto di famiglia, scuola e università, che "hanno il compito di trasmettere ai giovani il senso della continuità fra le generazioni"; ma anche delle Istituzioni, che "devono sostenere questo compito per alimentare il gusto del sapere e per esaltare le capacità e i talenti delle nuove generazioni". "Il ruolo dell'istruzione e degli educatori è fondamentale per il progresso di tutta la Nazione. Senza il sapere non c'è crescita, non c'è sviluppo. Non c'è libertà". E ciò vale ancor più di fronte alle "sfide importanti e impegnative ci attendono: rafforzare il processo di unificazione europea; vincere le difficoltà conseguenti ai flussi migratori; rilanciare pienamente l'economia". "L'amore per il sapere si lega saldamente alla vita civile e politica. Trova infinite e straordinarie conferme se, idealmente, ripercorriamo la nostra storia", ha continuato il Presidente della Repubblica. La lingua italiana e "le opere degli uomini di cultura, che hanno reso celebre l'Italia, parlano ancora oggi alle coscienze. Testimoniano il ruolo insostituibile da loro svolto per favorire il progresso morale e civile dei popoli: dal Rinascimento all'età moderna fino a giungere ai tanti personaggi del Novecento. Sono tutti straordinari esempi della capacità di esprimere le inquietudini e gli ideali del proprio tempo". Ricordando, poi, la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della nascita di Giovanni Pascoli, Ciampi ha proseguito: "per l'Italia la cultura si identifica con l'Arte, con la sua capacità di esprimere nei secoli, attraverso un linguaggio universale, simboli, passioni e sogni. Per questo da tutto il mondo, in tanti sono venuti, vengono e verranno in Italia: per ritrovare le vestigia del passato e quei paesaggi, quei cieli, quei volti che hanno ispirato il genio degli artisti italici". "La cultura è bellezza. La bellezza che è racchiusa nel sorriso misterioso della Gioconda e nei disegni delle visionarie macchine leonardesche. Perché solo la vera scienza, al pari dell'arte, prefigura il futuro. Un grande maestro italiano della filologia romanza, mio compagno di studi, Aurelio Roncaglia, diceva che il genio è quello che fa fare balzi in avanti alla cultura e alla civiltà umana. La cultura è memoria" e, ha concluso Ciampi, "oggi alcuni dei premi sono alla memoria di chi ha avuto cura della cultura: a questi illustri scomparsi rendo omaggio". (r.a.\aise)» (Tratto dall’Agenzia internazionale stampa estero il 14dicembre scorso dal titolo “Ciampi ai benemeriti di scuola cultura e arte: la cultura è l’anima di un paese e noi abbiamo il dovere di sostenerla”)
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