di Miro Gori
Ci siamo lasciati su un facile pronostico: la vittoria alle prossime elezioni amministrative della destra o dei 5 Stelle, soprattutto nei comuni dove si voterà col doppio turno, ma non solo in questi. Presto avremo una prima conferma o smentita, con una prova assai importante anche in Romagna. Andrà alle urne Imola, città di grandi tradizioni democratiche e socialiste: è la “piccola patria” del padre fondatore del socialismo italiano di cui fu sodale in gioventù il nostro Pascoli, che lo definì in seguito princeps juventutis, e ne scrisse l'epitaffio dove si parla del socialismo come “incendio d'amore”.
Allargando lo sguardo alla nazione: habemus presidente del consiglio. Dopo tante chiacchiere e polemiche. Di certo è interessante l'idea del reddito di cittadinanza dal punto di vista della giustizia sociale com'è altrettanto certo che la cosiddetta flat tax è un favore ai benestanti che avranno sgravi fiscali sensibili a differenza dei contribuenti con redditi medi e bassi. Per esempio, un reddito famigliare di 300.000 euro avrà un alleggerimento di 70.000. A me pare un affare incostituzionale. Speriamo nella Corte. Non solo. Se mi sembra eccellente l'idea di reintrodurre l'educazione civica nella scuola, trova odiosa, se sarà confermata, la preferenza accordata nelle scuole per l'infanzia ai bambini italiani. Al limite del razzismo. Come il non aver voluto approvare nella precedente legislatura, tutti colpevoli a parte qualche frangia di sinistra, lo ius soli che poi, in realtà, era uno ius culturae.
Allargando lo sguardo al mondo: Trump ha imposto dazi ai suoi alleati. E non si capisce francamente la logica sottesa. In Spagna è caduto il governo, sostituito da un esecutivo socialista a guida Pedro Sanchez che ha promesso di trattare con gl'indipendentisti catalani. Era ora.
Chiudo questo “zibaldino”, di nome e di fatto, coi mondiali di calcio che cominceranno presto e vedranno l'Italia, caso assai raro, esclusa. Putin ha scelto di intitolarli a un portiere. Un grande portiere: Lev Jascin. Infatti la sua immagine campeggia nella comunicazione dell'evento. L'Italia si lecca le ferite; e un bravo giornalista sportivo, Mario Sconcerti, si è divertito (“la Lettura”, 27 maggio 2018) a schierare la miglior formazioni di tutti i tempi infilandoci ben quattro italiani: Buffon, Burnich, Maldini e Tardelli. Ci sono poi due olandesi: Kroll e Krujff. Il tedesco Beckenbauer, il britannico Bobby Charlton, il francese Platini, l'argentino Maradona, il brasiliano Pelé che è il capitano. Commissario tecnico Helenio Herrera. Questo lo schieramento in campo: Buffon, ovviamente, in porta. Difensori laterali: Burnich e Maldini; centrali: Beckenbauer e Kroll. A centrocampo: Tardelli, Charlton e Maradona. Linea d'attacco: Krujff, Platini, Pelé. Per quel poco o niente che conta, avanzo le seguenti modeste obiezioni. Herrera, su cui concordo, non è italiano anche se forse potrebbe esserlo dal punto di vista sportivo. Seppur bravo si sarebbe trovato a gestire, come riconosce lo stesso Sconcerti, troppi “fantasisti”.
Voi cosa ne pensate?
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