In un primo momento avevo accarezzato l'idea di servirmi, adattandola, di una suggestiva classificazione relativa a Fellini (artista che ha non poche analogie con Pascoli: sono entrambi romagnoli, hanno entrambi costruito la loro poetica sulla piccola patria ecc.) introdotta in Spagna e riportata da Tullio Kezich nella sua biografia del regista. Eccola: “fellinizzanti, felliniani, fellinisti e fellinologi”. I primi sarebbero tutti gli appassionati del regista, i secondi quelli della sua cerchia ristretta “familiare e di lavoro”, i terzi appartenenti a un gruppo attorno a lui ma “allargato”, i quarti gli “studiosi scientifici”. Pur se suggestiva, detta tassonomia si presentava, però, assai complicata da stilare. Cosicché l'ho abbandonata e ho optato, scegliendo una via più lineare o più semplice, per “pascoliano” che sta nei vocabolari della lingua italiana. Cito per esempio dal Gabrielli, dove la voce è suddivisa in aggettivo: “Relativo a Pascoli e alla sua opera”, e sostantivo: “Ammiratore, studioso dell'opera di Pascoli”. Che nell'aggettivo San Mauro detenga una quota consistente è palese a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le poesie pascoliane, anche soltanto con le più famose a partire dalla più nota in assoluto come La cavalla storna; perché Pascoli ritorna, in poesia, costantemente al paese natale. Nel sostantivo la presenza indigena si rovescia. Date le modeste dimensioni di San Mauro rispetto alla fama italiana e mondiale del poeta, gli ammiratori e studiosi diventano un ristretto anche se agguerrito manipolo rispetto allo stuolo di coloro i quali nel mondo ammirano e studiano (sia nella dimensione scolastica sia in quella scientifica sia in quella di semplici appassionati) Pascoli.
Stilerò ora, sperando di non incorrere in madornali e imperdonabili omissioni, un rapido elenco di pascoliani sammauresi doc o comunque legati a San Mauro. Il primo nome da citare non solo in senso cronologico è Giulio Tognacci, conosciuto in paese come e' mèstar Giulio (il maestro Giulio) che si dedicò a ricordare il suo concittadino con opere (si deve a lui l'istituzione della fondazione Domus Pascoli e della Casa Pascoli come luogo della memoria del poeta) e diversi scritti, tra tutti cito il fondamentale Ricordi pascoliani (1939). Accanto a lui il fratello Ruggero, autore dell'assai pregevole volume di ricordi Zvaní (1953). Chi mantenne i legami tra San Mauro e Giovanni in vita fu soprattutto Pietro Guidi detto Piróz, segretario comunale, assieme a Leopoldo Tosi che, oltre a guidare la Torre, fu sindaco. Ugo Gori è stato assai attivo, in seguito, tra coloro che si batterono per riportare la salma del poeta nella piccola patria e ci ha lasciato un manoscritto inedito denso di informazioni. Guglielmo Giovagnoli è il motore dei convegni e delle iniziative del dopoguerra, tra le quali occorre almeno citare la memorabile conferenza di Gianfranco Contini sul linguaggio di Pascoli, detta a San Mauro nel centenario della nascita. L'Accademia Pascoliana, fondata negli anni Ottanta del secolo scorso per “onorare e illustrare nel tempo la memoria e l'opera” del poeta, ha svolto e sta tuttora svolgendo in modo egregio il suo compito. Sul versante sammaurese d'essa, profuse molte energie Enrico Pollini, accanto a lui Sanzio Tognacci, figlio di Ruggero, e Piero Maroni, ancora assai attivo anche nel campo della scrittura, basti citare l'appena edito Il ritorno annunciato. Pascoli e San Mauro: poesia fatti persone luoghi (2015): prima e per il momento unica ricognizione ad ampio raggio sui rapporti tra il poeta e il villaggio natale, scritta con Boschetti e Gori citati più avanti. Sul versante bolognese Mario Pazzaglia, il non mai sufficientemente rimpianto Clemente Mazzotta. e Andrea Battistini in qualità di presidenti. Fondamentale è il loro contributo nel dominio degli studi scientifici che è del tutto impossibile, data la loro ampiezza, qui riepilogare. Seguitando nell'elenco, rammenterò ancora: Gianfranco Miro Gori che ha al suo attivo alcune pubblicazioni, tra cui, oltre all'appena citata Il ritorno annunciato, la curatela di Pascoli socialista (2003) e una biografia scritta in collaborazione con Boschetti e Sereni, Giovanni Pascoli 1855-1912. Vita immagini ritratti (2102), e in qualità di assessore, sindaco e studioso, s'è dedicato alla valorizzazione del museo Casa Pascoli (Giorgio Zicchetti ne è oggi la guida per antonomasia) e ha avviato direzioni di ricerca attente a un Pascoli meno noto e pop. In quest'impresa è notevole il contributo, svolto con originalità, dalla curatrice del museo Rosita Boschetti. Autrice di diversi volumi, tra cui in collaborazione il libro su Pascoli e San Mauro e la biografia testé citati, nonché il saggio più aggiornato sull'assassinio impunito di Ruggero Pascoli, Omicidio Pascoli. Il complotto (2014). Ancora: a Stefano Campana si deve Dalla Torre al Mare. Un itinerario Pascoliano (1997); a Imperia Tognacci Giovanni Pascoli. La strada della memoria (2002); alla cura di Carla Brigliadori, Pascoli il gusto delle emozioni sui rapporti tra il poeta, il cibo e la cucina, nell'ambito delle iniziative per il centenario della morte; anche Franca Fabbri ha al suo attivo un volume dedicato alla cucina, A Tavola il girotondo della vita (2007), con un paragrafo pascoliano. Infine le parenti del poeta nella linea della sorella Ida: Rita Trebbi (parentela acquisita col matrimonio) assai attiva nella conservazione e promozione della memoria pascoliana e Gloria Fuzzi che musica e canta poesie del prozio. Nell'ambito dell'attività associativa è notevole il contributo pascoliano di Sammauroindustria, associazione pubblico-privato per la promozione della cultura con particolare attenzione a quella “sammaurese”. L'ultima citazione per L'Orto di Pascoli. Che non si dedica alla poesia, è un consorzio di produttori, bensì alla cultura materiale, quella orticola, assai fiorente in loco.
Ultimi Commenti