La destra s’è desta. Ma il centro?

La nascita del Movimento nazionale per la sovranità, oltre a un ritorno della politica sul civismo, ci dice che ci stiamo avvicinando alle elezioni, politiche prima (2018), comunali poi (2019). Ma ci dice anche che a San Mauro il traffico a destra si è parecchio infittito. Al di là delle sigle è difficile trovare corpose differenze tra il linguaggio leghista e quello degli eredi di Alemanno. Basta immigrati, italiani aiutati prima degli altri, sicurezza: sono i tre cardini del messaggio politico, magari un po’ più propenso al sociale nel caso dei sovranisti.

In questo contesto un interrogativo sorge spontaneo: leghisti e sovranisti riusciranno a trovare un accordo in vista delle comunali? A guardare i precedenti la fumata parrebbe nera. La politica però è l’arte del possibile, tante cose possono cambiare. Due legislature fa la Lega non arrivò all’accordo con il Polo delle Libertà guidato da Gilberto Montemaggi, spalancando la facile vittoria di Miro Gori; nelle ultime comunali è stata l’unica di quell’area politica a presentarsi alle elezioni, anche se in forma civica con Cristiano Mauri. Tutto il resto del centrodestra si è come volatilizzato.

Ma al di là di una possibile alleanza è evidente che entrambi i movimenti – leghisti e sovranisti – non andrebbero da nessune parte senza un accordo con un partito più vocato al centro come quello berlusconiano o cattolico moderato. E soprattutto senza un candidato rassicurante e propositivo sui temi di governo del comune. A favorire l’aggregazione è la legge elettorale del turno secco e uno spirito di moderazione che più si addice alla guida di un comune capitale del distretto della scarpa di moda.

Alcuni giorni fa un militante leghista su facebook ha scritto che “I partigiani erano peggio dei nazisti”. Un’idiozia storica che anche un bambino dell’asilo confuterebbe. Ecco, è proprio con questi personaggi qui che sarebbe impossibile conquistare il comune di San Mauro Pascoli.

Filippo Fabbri